La deformazione
Due giorni di mutazioni antropologiche: un seminario in compagnia di Gilberto Colla.
Una due giorni nell’ “apocalisse contadina” come titolò Giovanni Arpino una sua breve introduzione per un volume illustrato dedicato a Bruegel.
L’occhio del pittore ci conduce nei paesaggi giusti e ci offre un punto d’osservazione assai prezioso, che agevola la vista, così da poter osservare più da vicino queste esagerate deformazioni di nature ancora umane. Creature che forse eravamo, ma anche, io non l’escluderei del tutto, che potrebbero ancora sopravvivere nel nostro presente nascosti in qualche ossicino recondito del nostro corpo. Creature liberate e dominate.
Programma:
Due giorni consecutivi
Il numero dei partecipanti sarà concordato preventivamente con il conduttore e dovrà essere commisurato alla dimensione degli spazi che saranno messi a disposizione per l’iniziativa.
Di seguito l’elenco di quanto occorre: vestiti usati, puliti, da poter manipolare e indossare. In modo particolare: maglie, camicioni da notte, mutante, mutandoni, gonne, calzettoni e scialli di lana. Vesti di Lino o di cotone bianco, meglio se ingialliti dal tempo. Cinture, cinturoni di cuoio o pelle. Cappelli di paglia. Zoccoli di legno e anche sandali. Vecchi attrezzi artigiani o agricoli. Strumenti musicali soprattutto se si sanno suonare. Bicchieri, bottiglie, caraffe, di metallo. Mastelli e secchi di metallo. Tovaglie, paglia, terra, pietre. Frutta finta e frutta fresca. Verdure finte e fresche. Pennelli e matite per il maquillage. Bianco per volto di buona qualità, non tossico e antiallergico. Rossi per sangue, marroni per escrementi e gialli per orine. Forbici, ago e filo. Chi è dotato di particolari attitudini o abilità circensi, potrà portare i propri strumenti di lavoro.